Alla ricerca del giocatore pensante

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Tag: #giocatoreduepuntozero #tranaizioni #difesadellarea #soccer #futbol #coach

21 novembre 202521 novembre 2025 giocatoreduepuntozero

Situazione Specifica 3×2 – 4×4 “Difesa dell’Area su Cross + Transizione rapida”

9 febbraio 202412 Maggio 2025 giocatoreduepuntozero

1-4-3-3 Attacco vs Difesa 8×8+ 2FA (Ricerca della palla tra le linee + Transizioni)

22 novembre 202312 Maggio 2025 giocatoreduepuntozero

1-4-3-3 Pressing Ultra Offensivo Direzionato 5×6+ Portiere (Direzionare la pressione ed evitare il lato debole) + Transizione Positiva

26 giugno 202328 febbraio 2025 giocatoreduepuntozero

Lavoro Integrato 2×2 (Forza Diretta e Speciale)

26 gennaio 20231 marzo 2025 giocatoreduepuntozero

Partita a tema 8×8 +2J a Settori (1-4-2-3-1)

16 novembre 20205 marzo 2025 giocatoreduepuntozero

Transizioni Veloci e Difesa dentro Area di Rigore

Vagando 2.0

In questi anni ho avuto modo di osservare da vicino diversi settori giovanili, sia italiani che stranieri, confrontando metodologie di lavoro differenti e mettendo a paragone il calcio espresso in Italia con quello del resto d’Europa.

 

Olanda – L’educazione al gioco verticale

 

Il calcio olandese, ad esempio, non dispone delle risorse economiche per acquistare grandi campioni; per questo motivo è costretto a “crearsi” i giocatori in casa, per poi valorizzarli e venderli. L’Olanda è una nazione piccola, ma che riesce a competere a livello mondiale con realtà come Brasile, Italia e Germania. I risultati ottenuti derivano dalla capacità di mettersi costantemente in discussione: rivedono metodi, sistemi di gioco e l’intero lavoro svolto. Inoltre, il pubblico olandese è molto esigente: non basta vincere, ma è fondamentale offrire un bel gioco e giocate spettacolari.

Prendendo come riferimento il settore giovanile dell’Ajax, uno dei punti cardine è quello di non assegnare ruoli fissi nei primi anni, ma di lavorare su principi posizionali legati a funzioni in campo: play, interni, esterni, pivot. L’obiettivo è formare giocatori intelligenti, adattabili, capaci di leggere le situazioni e occupare gli spazi secondo i principi del gioco, non secondo lo “schema”.

In fase di possesso palla, il portiere è coinvolto attivamente nella costruzione dal basso. Si richiede padronanza tecnica (dominanza piede debole, passaggi filtranti rasoterra), visione periferica e capacità di attrarre la pressione avversaria per poi scaricare sul lato debole. Il portiere è quindi allenato come un vero e proprio “regista arretrato”.

Dai primi anni (U9-U12), viene data priorità al gioco verticale, limitando i passaggi laterali o all’indietro. Si cerca sistematicamente la trasmissione in avanti, promuovendo la ricerca dell’uomo tra le linee o il terzo uomo. Questo concetto è alla base dell’idea di superiorità posizionale.

La struttura di base è un 4-3-3 che, in fase di costruzione, si può trasformare in un 3-4-3 con il centrale difensivo (n°4) che avanza in zona di costruzione (build-up a 3). Il n°6 agisce da equilibratore e primo riferimento in appoggio, mentre il n°8 ha compiti più dinamici, legati alla rottura delle linee avversarie e all’attacco dello spazio.

I numeri 7 e 11, esterni offensivi, sono educati all’1 contro 1 offensivo e alla ricezione in ampiezza con il corpo aperto. Hanno libertà creativa e sono incoraggiati a cercare la giocata individuale in zone decisive del campo (zone 2 e 3 secondo la metodologia Ajax).

Il pressing alto è organizzato su riferimenti di zona-palla: la prima pressione viene effettuata sull’uomo in possesso, mentre il resto della squadra accorcia in avanti per creare densità e possibilità di recupero immediato. In fase difensiva si lavora molto su concetti come il timing del salto in pressione, la copertura dell’uomo libero e la difesa del lato debole.

 

Germania – Organizzazione, disciplina e transizione

 

La Germania è un’altra nazione che ha mostrato una grande crescita calcistica negli ultimi anni, portando in nazionale giovani talenti già ricchi di esperienza, grazie alla loro partecipazione alla Champions League.

Il modello di riferimento è il Bayern Monaco, la cui Accademia rappresenta un punto di riferimento per l’organizzazione e la strutturazione del percorso formativo. Il concetto chiave è la continuità tra filosofia del club e vivaio, sviluppata a partire dal 1995 sotto la guida di Gerd Müller.

A livello metodologico, si lavora molto sulla gestione delle transizioni, intese come momento chiave per dominare il gioco moderno. Le esercitazioni a tema sono strutturate con vincoli temporali e spaziali (es. “recupera la palla entro 6 secondi”, “attacca la porta entro 8 secondi”), per abituare i giocatori a prendere decisioni rapide in situazione.

Il Bayern pone attenzione maniacale alla lettura tattica e all’occupazione razionale dello spazio: ogni giocatore è educato a conoscere e riconoscere le 5 corsie verticali (ampiezza, semi-ampiezza, centro) e le 3 fasce orizzontali (bassa, media, alta) per garantire superiorità posizionale e strutturale.

I difensori, in particolare, sono allenati a gestire le situazioni di parità numerica in campo aperto, tramite esercitazioni situazionali 1v1 e 2v2 ad alta intensità, simulando il rischio che il loro modello offensivo impone.

Anche sul piano atletico, il lavoro è estremamente integrato: le sedute prevedono micro-cicli neuromuscolari legati alla rapidità decisionale (stimoli visivi, cognitivi), non solo alla velocità fisica pura.

Sul piano della scouting, si privilegia il territorio locale. La scelta è quella di non allontanare eccessivamente i giovani dal proprio contesto: il Bayern lavora in un raggio di 100 km intorno a Monaco. La filosofia è che un giovane calciatore debba prima sentirsi appartenente, per poi poter aspirare all’élite.

 

Spagna – Il dominio del gioco attraverso il pallone

 

Infine, la Spagna. I risultati parlano da soli: è una delle nazioni più vincenti a livello calcistico e, soprattutto, quella che negli ultimi anni ha prodotto più talenti in Europa.

Il riferimento principale è il Barcellona, che basa tutto su un concetto chiave: il pallone come mezzo di controllo del gioco e delle emozioni.

Come affermava già Martin nel 1989:

“Le condizioni della situazione nella quale deve essere eseguito il movimento sono mutabili ed in parte imprevedibili.”

Per questo motivo, la metodologia situazionale è alla base dell’intero processo formativo.

Fino agli Alevín (11 anni), si lavora soprattutto con esercitazioni tecniche di dominio, ma già da lì si passa al lavoro integrato, dove ogni gesto tecnico è inserito in un contesto di gioco.

Il possesso palla è visto come strumento difensivo: se la palla è nostra, l’avversario non può segnare. Per questo motivo, si lavora su principi come:

 

  • creazione di triangoli e rombi in ogni zona del campo,
  • occupazione razionale dei corridoi verticali,
  • ricerca del terzo uomo e del gioco a parete (1-2),
  • utilizzo della superiorità posizionale per attrarre e manipolare il pressing avversario.

 

Il modulo di base è un 4-3-3, che permette di avere almeno 3 linee di supporto al portatore in ogni zona del campo. I centrocampisti agiscono con compiti interscambiabili, e ogni giocatore è educato alla lettura degli spazi e dei tempi di smarcamento, attraverso esercitazioni come:

 

  • rondos asimmetrici (5v2, 6v3) con obiettivi tattici,
  • possessi posizionali a zona, con obiettivi progressivi di superamento della pressione,
  • gioco posizionale (juego de posición) con vincoli di orientamento del corpo e direzionalità del passaggio.

 

Anche la fase di non possesso è attiva: pressing alto organizzato, con attacco simultaneo della palla da parte di 2-3 giocatori, e squadra corta per chiudere gli spazi di uscita. La riconquista immediata (6-second rule) è uno dei principi fondamentali.

La comunicazione è un altro pilastro: nei settori giovanili del Barça, ogni esercitazione prevede feedback continui e autovalutazioni da parte dei ragazzi, per sviluppare giocatori autonomi, intelligenti e riflessivi.

Luca Trecco

19/07/2017

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