Il PSG affronta questo primo mondiale per club negli Stati Uniti, con un morale alle “stelle” per il triplete conquistato, ma soprattutto grazie alla prima storica vittoria in Champions League, vincendo a Monaco per ben 5 reti di scarto contro l’armata interista di Simone Inzaghi. Gli avversari da affrontare nella prima fase dagli uomini di Luis Enrique sono Botafogo (Brasile), Atlético Madrid (Spagna) e Seattle Sounders FC (squadra padrona di casa).
Sistema di gioco di base: 1-4-3-3

Sistema in fase di possesso: 1-3-2-4-1
Sistema in fase di non possesso: 4-2-3-1
Costruzione:
Il PSG costruisce con una linea di difesa a 3, composta dai due difensori centrali (Pochettino, Marquinhos) e il terzino sinistro (Nuno Mendes).
Questi 3 giocatori, in questa fase, vengono aiutati dal centrocampista centrale (Vitinha) e dalla mezzala sinistra (Fabián Ruiz).
Per quanto riguarda il terzino destro (Hakimi), avanza la propria posizione sulla linea di metà campo, formando alle spalle dell’attaccante centrale (Gonçalo Ramos) una linea a 4, insieme alla mezz’ala destra (João Neves), all’esterno sinistro d’attacco (Kvaratskhelia) e all’esterno destro d’attacco (Doué).

In questa fase si vedono molti scambi di posizione tra i giocatori; uno su tutti è il movimento che esegue Vitinha, il quale molto spesso si abbassa sulla linea dei due difensori centrali per far avanzare il suo compagno Nuno Mendes.

Sviluppo:
Lo sviluppo del Paris Saint-Germain avviene prevalentemente per vie laterali, creando problemi alla retroguardia degli avversari (in questo caso l’Atletico Madrid), grazie alla velocità dei propri giocatori, ovvero Hakimi e Kvaratskhelia.
La ricerca degli esterni da parte dei centrocampisti è continua; infatti, come il centrocampo che riceve palla, osserva continuamente il loro movimento e la loro posizione.
La corsia preferita dagli uomini di Luis Enrique è la destra, anche perché Hakimi è sostenuto da due giocatori molto tecnici del calibro di Neves e Doué. Essi sono due giocatori che lo aiutano sempre, soprattutto in fase difensiva.

Sviluppo catena di destra
Finalizzazione:
Hakimi e Kvaratskhelia, quando hanno la palla, cercano sempre di fare 1-2 con Doue e Fabian Ruiz, sfruttando la loro intesa e capacità di smarcarsi. Oppure, mettono in mostra la loro velocità straordinaria per saltare l’avversario, creando situazioni favorevoli. Una volta superato il difensore, è cruciale che riescano a mettere la palla in area di rigore con cross bassi e alti, cercando di trovare gli attaccanti pronti a capitalizzare ogni opportunità. La loro versatilità permette di variare il tipo di cross, mantenendo la difesa avversaria costantemente in allerta e favorendo così la creazione di occasioni da gol.

La tecnica dei giocatori del PSG viene intravista anche per i tiri da fuori, eseguiti dai centrocampisti e dagli attaccanti esterni che si accentrano.

Fase di non possesso:
Il pressing del PSG è alto e veloce, con l’obiettivo di far sbagliare l’avversario e recuperare rapidamente il possesso della palla. In fase difensiva, gli uomini parigini si dispongono con un 1-4-2-3-1, un sistema che consente loro di mantenere una solida struttura difensiva; le linee sono ben organizzate per evitare spazi e costringere gli avversari a giocare forzatamente palla. In questo schema, un’unica variazione si presenta con Joao Neves che si posiziona sulla trequarti alle spalle di Goncalo Ramos, creando opportunità di gioco e supportando sia l’attacco che la difesa, rendendo la manovra offensiva del PSG ancora più imprevedibile e pericolosa per gli avversari.

Transizione negativa e positiva:
I giocatori del PSG perdono pochi palloni, ma quelli che perdono sono un grosso pericolo per Donnarumma, creando situazioni di grande pressione e potenziale pericolo. Ogni errore di passaggio può trasformarsi rapidamente in un’opportunità per gli avversari, che sanno come sfruttare al massimo ogni distrazione. La capacità della squadra di mantenere il possesso e costruire le azioni in modo preciso è fondamentale per evitare questi momenti rischiosi, poiché un solo pallone perso in una zona critica può portare a situazioni di 1 contro 1 o a tiri in porta.
Quando la squadra di Luis Enrique recupera palla, cerca di consolidare il possesso, ricominciando il gioco dalle retrovie, oppure cerca subito di velocizzare il gioco per vie esterne, sfruttando al massimo le capacità dei suoi esterni veloci e agili. Questa strategia non solo permette di mantenere il controllo del gioco, ma crea anche opportunità per sorprendere la difesa avversaria, dando vita a situazioni di uno contro uno che possono rivelarsi decisive. Inoltre, la squadra è ben organizzata nel posizionamento, assicurandosi di avere sempre opzioni sia per passaggi brevi sia per lanci lunghi, mantenendo così un flusso di gioco continuo e dinamico.
Punti di debolezza:
difficoltà dei difensori a contenere gli attaccanti avversari
contrasti aerei
Punti di forza:
continuo scambio di posizioni tra i centrocampisti
pressing
Samuele Giuliano (Match Analyst)
